Le ragadi al seno sono abrasioni o taglietti molto dolorosi , più o meno profondi, che interessano il capezzolo e l'areola che lo circonda. Sono assai comuni durante le prime settimane di allattamento, specie nelle primipare. Le ragadi  diventano un problema importante quando provocano un dolore di intensità tale da scoraggiare l'attaccamento del bimbo al seno, privandolo così dell'alimento più raccomandabile per la sua crescita. La comparsa delle ragadi al seno non deve far sospendere l'allattamento, dato che tendono alla guarigione spontanea una volta rimosse le cause d'origine. Solo in caso di ragadi sanguinanti è opportuno sospendere l'allattamento e ricorrere all'uso di medicinali cicatrizzanti ed antibatterici sotto controllo medico.  Le ragadi del capezzolo possono rappresentare una via di ingresso per i batteri, con possibile infezione delle ghiandole mammarie (mastite), specie in caso di mancato allattamento o ingorghi.


Cause

-sbagliato attaccamento del bambino al seno.

-inadeguata igiene del seno.


Prevenzione 

1. L'intervento in assoluto più efficace, sia a fini preventivi che terapeutici, riguarda quindi il corretto attaccamento del bambino al seno, utile tra l'altro anche per stimolare la secrezione lattea. Il bambino con la bocca dovra’ prendere non solo il capezzolo ma anche parte dell’areola. Attenzione anche a come si stacca il neonato, non bisogna farlo bruscamente ma infilando il dito mignolo tra le labbra del piccolo.

2. Igiene

Curare l’igiene del capezzolo durante l’allattamento è un altro fattore importantissimo per evitare infezioni e ragadi al seno. L’ideale sarebbe lavare almeno una volta al giorno entrambi i seni con della semplice acqua tiepida (ovviamente dopo essersi prima lavate le mani). Evitare invece saponi e detergenti che oltre ad essere potenzialmente irritanti possono mascherare al neonato l’odore della mamma e renderlo più restio ad attaccarsi.  

Al termine della poppata asciugare i capezzoli all'aria oppure tamponarli senza sfregare. Questa operazione è importante per evitare la macerazione della pelle causata dall' indossamento del reggiseno a capezzolo ancora umido; eventualmente, dopo la poppata, i seni possono essere coperti con delle coppette assorbenti e traspiranti, da cambiare appena inumidiscono.

Non serve lavare il seno più di una volta al giorno, né usare saponi o strofinarlo fortemente con un asciugamano. L'acqua ed i detergenti, infatti, rimuovono i grassi naturali protettivi della pelle e possono seccarla e renderla più soggetta ad irritazioni e screpolature.

Far uscire dolcemente qualche goccia di latte dal seno, e spargerla intorno al capezzolo, può essere d'aiuto sia prima della poppata, per ammorbidire l'areola, che al termine della stessa, per favorire la cicatrizzazione di eventuali fessurazioni.

Per la cura ed il trattamento di irritazioni che possono trasformarsi in ragadi dolorose, molti esperti sconsigliano il ricorso a pomate o a lozioni medicinali specifiche, che potrebbero irritare la pelle senza portare reali vantaggi, ma anche conferire al latte un sapore sgradevole. Generalmente, per prevenire la formazione delle ragadi al seno, si utilizzano oli vegetali, come quello di mandorle dolci o di iperico.In commercio ci sono anche coppette in argento da applicare al seno dopo le poppate, per favorire la cicatrizzazione e prevenire le infezioni

3. Abbigliamento

Molto importante non comprimere il seno con reggiseni o magliette troppo strette. È bene inoltre indossare il più possibile indumenti morbidi, traspiranti di cotone bianco evitando quindi pizzo o materiali sintetici che possono andare a gravare sulla zona già irritata.

Un altro buon consiglio è tenere il seno all’aria il più possibile in modo che possa respirare. Subito dopo la poppata ritagliatevi un momento di relax per poter rimanere comode con "il seno al vento" almeno per qualche minuto prima di indossare nuovamente reggiseno e maglietta. In caso utilizziate delle coppette assorbilatte, queste devono essere cambiate di frequente in modo da non lasciare il seno a contatto con il bagnato a lungo.

Nel caso in cui le ragadi non guariscono in sette - dieci giorni consultare il medico.